Lesioni dita e.sangue HIV +

Buongiorno, sono un operatore sanitario.
Durante l'esecuzione di un prelievo venoso il guanto si è rotto e sono
entrato in contatto con del sangue di un paziente hiv + (paziente in
terapia antiretrovirale da 6 mesi, con carica virale < di 40 dopo 3 mesi). Purtroppo non me ne sono accorto subito.
Sulle dita non avevo ferite sanguinanti, ma alcune lesioni rosse attorno alle unghie derivate dallo strappo di pellicine (spremendole non fuoriusciva
sangue ma del siero).
Dopo 6 giorni mi si è gonfiato
un linfonodo sottoascellare (molto dolente) per 4-5 giorni.
Chiedo se il sintomo sia associabile ad una possibile sieroconversione (i
linfonodi dopo quanti giorni si gonfiano dal contatto?) e se la dinamica dell'accaduto
mi pone a rischio di un possibile contagio.
Grazie

Ciao Cicci,
l'evento non è descritto in modo preciso perché non si comprende bene il motivo per cui non ti sei accorto subito dell'accaduto e, quindi, presumo che forse il guanto fosse apparentemente intero. Ad ogni modo, ciò che è importante  evidenziare è che il paziente avesse già una carica virale non rilevabile e che la tua pelle fosse integra e non ci fossero ferite profonde e sanguinanti, le pellicine sollevate non sono sufficienti per permettere la trasmissione del virus.
Non serve preoccuparsi, l'evento non è a rischio e i linfonodi possono aumentare di volume per qualsiasi motivo e non solo per l'HIV.

 

Grazie per la risposta.
Nello specifico, il prelievo è stato eseguito da un cateterino venoso, aspirando con una siringa. Avendo incontrato delle difficoltà nell'aspirazione del sangue ho dovuto aspirare con maggior vigore, il guanto si è lacerato e il sangue è finito sulla lesione (me ne sono accorto 2 minuti dopo, al termine della manovra quando mi sono rimosso il guanto).
Le lesioni di cui parlo non sono semplici pellicine sollevate, ma proprio lembi di cute strappata come nella foto allegata. Se schiaccio energicamente non esce sangue, ma come già detto, del liquido trasparente, la lesione è umida.
A seguito della dinamica descritta con maggior precisione, posso stare tranquilla come già mi ha detto nel messaggio precedente?
Grazie mille 
 

Se il paziente e' in terapia con viremia fino a 200 non puo' infettare nessuno .Cosa che un operatore sanitario dovrebbe sapere , i dubbi vengono solo da profonda ignoranza.

Grazie Vero per la risposta.
So bene infatti che se la carica virale è < 200 il paziente non è contagioso.
Il mio dubbio sorge perchè aveva appena iniziato la terapia antiretrovirale (in genere bisognerebbe aspettare che sia non rilevabile per 6 mesi consecutivi).
Per questo motivo mi preoccupo per le lesioni cutanee, se sapessi che il paziente fosse stabilmente con carica virale negativa sarei tranquillissimo.

Di solito la viremia si azzera in due mesi , e rimane stabile ,ci puo' essere qualche blip viremico di poco conto , ampiamente sotto i 200 , solo un fallimento terapeutico potrebbe far alzare la viremia sopra i 200 ,ma e' un evento raro.

Supponendo per assurdo che la terapia antiretrovirale, al momento del possibile contagio non fosse efficace, ho corso qualche rischio in base alla lesione che ho allegato in foto? Non è una semplice pellicina sollevata, ma proprio una ferita umida, con del liquido che esce alla digitopressione.
Gradirei un parere di Lila

Grazie