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Supporto psicologico
- Frida
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Non so come stare vicina a mia madre e aiutarla perché, oltre ad essere una persona con un carattere particolare, sta male fisicamente e noto che ogni volta che un medico scopre che é sieropositiva e ha avuto dipendenze in passato, cambia quasi atteggiamento.
Purtroppo, solo ora riesco a collegare tanti eventi di tutta la mia vita ma non so come aiutarla.
Spero di poter parlare presto con l'immunologo che la segue da sempre e farmi un'idea un po' più chiara del suo caso.
Sono riuscita a convincerla a rivolgersi a una psicologa ma ora sono io che sento di avere bisogno di aiuto per poter aiutare anche lei.
Grazie per il tempo
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- madi
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Io a mia figlia ho detto della mia sieropositività quando aveva 16 anni e ti direi che, sul momento, non l'ha presa benissimo ma poi piano piano ha realizzato e si è tranquillizzata quando ha capito che in fondo non ero in pericolo imminente di vita. Scoprirlo, presumo da sola, a 30 anni, quando sei già una donna adulta deve essere stato faticoso, immagino,
Detto ciò, mi sento di dirti di non sentirti responsabile per tua madre, noi madri a volte siamo egoiste. Fai quello che ti senti di fare senza caricarti troppo ma, soprattutto, prima di aiutare lei, aiuta te stessa perché se non elabori e accetti tutto quanto è successo e ti addolora e preoccupa, potresti non riuscire a darle alcun supporto valido e rischi di cedere anche tu.
Ti mando un abbraccio virtuale.
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- VERO
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- madi
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Apprendere che i tuoi ti hanno nascosto, anche se sicuramente a fin di bene, una cosa così importante, un po' in crisi ti ci fa entrare, mi pare di aver capito, inoltre, che i problemi della madre non dipendano interamente dall'HIV che in questo caso potrebbe essere solo una complicanza ulteriore.
Poi se riuscissimo a pensare che tutti siamo fatti diversamente dagli altri e gli altri da noi stessi, potremmo anche immaginare che le reazioni agli eventi che ci capitano sono anch'esse diverse da persona a persona. ad esempio,. Io ho saputo di avere l'HIV nel 1990 (oltre trent'anni, più o meno quelli di Frida) quando non esistevano terapie e dopo essermi disperata per me perché ero certa che sarei morta presto, per il mio compagno perché mi spaventavo di averlo contagiato, per la mia bimba appena nata perché ero terrorizzata di averle trasmesso il virus e perch* pensavo in ogni caso che sarebbe cresciuta senza mamma, sono comunque riuscita a riprendermi una sorta di normalità, anche in quegli anni, ma non ti posso dire con certezza che la mia vita fosse normale perché non lo so come sarebbe stata senza l'hiv e come averlo contratto abbia potuto incidere sul corso della mia esistenza, ma non posso escludere che altre persone abbiano reagito diversamente da me.
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- madi
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Io sono sieropositivo da almeno 36 anni e a me questo fatto di incontrare medici talmente miserabili da cambiare atteggiamento appena saputo della mia sieropositività succedeva tanti anni fa, mentre ora, soprattutto i medici giovani e soprattutto le dottoresse (perché le donne sono migliori degli uomini, è risaputo) non cambiano minimamente il loro comportamento sapendo che ho l'HIV, anzi mi trattano meglio.
Questa tua frase mi ha fatto considerare due possibilità:
Prima possibilità: forse incontri spesso medici così miserabili perché nella nostra società malata le persone più schifose trattano con più durezza le donne degli uomini perché credono che le donne sono più remissive mentre temono l'aggressività degli uomini (mi è già successo che certi medici gentili con me che sono maschio sono stati poi scontrosi con mia madre: me lo ha detto lei).
Seconda possibilità (e spero di non essere frainteso perché io vivo a Genova e odio il partito nazista colorato di verde, ma ho un po' viaggiato, notando che al Sud, pur essendoci aspetti migliori che al Nord, c'è anche qualcosa di peggio): forse incontri spesso medici così miserabili perché nella tua regione, che non so quale è, c'è una mentalità retrograda...
... O forse, terza possibilità, vivi in un piccolo centro con un piccolo ospedale per cui trovi i medici peggiori?
Oppure, quarta possibilità che mi viene in mente ora, i medici italiani più bravi fuggono all'estero?
In effetti io dico di abitare a Genova, perché ho sempre abitato a Genova e frequento Genova e vado sempre all'ospedale di Genova, ma abito in un paese a quindici chilometri da essa, e ho faticato a trovare un medico della mutua come si deve, dato che molti simpatizzavano per lo schifoso dei 49 milioni e io dovevo cambiare medico, fino all'arrivo di una giovane dottoressa che non è ancora fuggita all'estero
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- Frida
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Purtroppo probabilmente venendo dal sud e da un piccolo paesino, la mentalità é davvero chiusa e porta a disservizi e non solo.
La situazione di salute di mia madre si é aggravata per via di un problema al colon per la quale ancora devono fare accertamenti ma i medici sono stati già chiari e non lasciano presumere niente di buono.
Fortunatamente, in questa struttira, dove é presente l'immunologo che la segue da sempre, ho riscontrato molta umanità e rispetto e questo mi ha commossa.
Sono molto provata perché non vorrei morisse adesso. Mi piacerebbe farle sapere che io la amo come madre e la accetto per la persona che é.
Non ho nessun parente in vita praticamente oltre a lei e ho paura.
Un abbraccio a voi tutti che siete una mano sulla spalla per una persona come me in ina situazione cosi
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- MONZA 71
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- Frida
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Quando rientrerà dall'ospedale, vorrei poter diventare il suo tutor amministrativo (credo si chiami così) ma non so bene come funzioni l'iter al riguardo.
Avrei voluto scoprire tutto prima anche per potermi confidare con voi.
Purtroppo, anche se sembra assurdo, di certe malattie non si può parlare senza essere addittati.
Un abbraccio
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- MONZA 71
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