Adozione bambino sieropositivo

Buongiorno, ho adottato un bambino sieropositivo dalla nascita.
La mia scelta è stata ragionata e consapevole che questa ormai sia una malattia cronica, che può essere tenuta sotto controllo.
Ora sono preoccupata di come lui potrà essere accettato dal mondo esterno, dalle difficoltà a cui andrà incontro e  dal doversi scontrare con l'ignoranza. 
Mi piacerebbe confrontarmi con genitori che stanno vivendo le mie stesse preoccupazioni.
Grazie

Con una pastiglia al giorno tuo figlio sara' alla pari di un sieronegativo ,viremia azzerata e cd 4 ok, nessuna trasmissione del virus ,dunque non serve far sapere agli altri che tuo figlio e' hiv positivo, cosi' eviti discriminazione e scontri con l'ignoranza che c'e' per questa malattia.

Per esempio , io non ho bisogno di far accettare la mia sieropositivita' agli altri, quando mi sono accettato e' quello che basta per vivere serenamente in pace con me stesso e gli altri. E' quello che devi fare tu e tuo figlio , dipendere da se stessi e non dal giudizio degli altri.

Ognuno di noi fa quello che sente io ho sempre parlato di questo con tante persone.. nascondersi equivale ad autostigmattizzarsi a mio modo di vedere..nn c e una ricetta unica per tutti..io penso che ci siano cose che vadano fatte per gradi anche in base all' età del bambino e della sua effettiva consapevolezza di cosa vuol dire vivere con l HIV oggi.. parlatene e fagli capire che e una cosa che se e come lui si sentirà di dirla la dirà.. perché al contrario di quello che si crede dirlo fa bene.. perché comq e una parte di noi..un abbraccio

Ciao Mamma23,
come ben dici, grazie alle terapie, l’HIV è ormai considerata una malattia cronica che può essere tenuta sotto controllo. Grazie a queste stesse terapie e ad altri accorgimenti, sono ormai rarissimi i casi di bambini nati con HIV in Italia: nell’ultimo notiziario dell’ISS, con i dati del 2021, sono riportati solo 2 casi di HIV in età pediatrica. Non ti sarà facile trovare altri genitori che stanno vivendo in questo momento le tue stesse preoccupazioni. La quasi totalità delle bambine e dei bambini nati in Italia con l’HIV sono ormai persone adulte.
Mi viene in mente un’associazione cui puoi provare a rivolgerti: Arcobaleno AIDS ODV
E mi viene in mente un libro abbastanza recente, pubblicato nel 2017, che può darti qualche stimolo: “Se hai sofferto puoi capire. Storia mia e della malattia che non posso svelare a nessuno” di Giovanni F.
Ti incollo qui la presentazione del libro fatta dallo stesso Giovanni:
"Sì, ora ve lo dico, ma promettetemi che andrete avanti a leggere. Non fate scherzi. L'ho saputo da poco pure io, me l'ha detto mia mamma, perché è capitato, ma com'è andata lo leggerete più avanti. Dopo ha voluto parlarmi la psicologa e anche la dottoressa che mi conosce da quando sono nato (è parecchio seria la dottoressa ma anche parecchio simpatica e gentile). Mi chiamo Giovanni, ho dodici anni (quasi tredici) e sono nato con l'Hiv. Non lo sa nessuno, a scuola, alla polisportiva, all'oratorio, ma ho un gruppo di amici che lo sanno eccome e mi hanno istruito come in una piccola confraternita (sì, Star Wars l'ho visto tutto). Poi c'è mia mamma (mi vergogno un po' a dirlo ma sono sincero: amo mia mamma! wow, l'ho detto), mio papà che gli voglio bene anche se è impossibile batterlo a Fifa con la Play-Station (accidenti!), mia zia supercreativa e un po' scombinata (adesso si offende, lo so!) che mi porta a teatro e allo yoga della risata. Ho un desiderio e mi hanno detto che questo libro potrebbe aiutarmi a realizzarlo: vorrei parlare della mia malattia perché il silenzio mi fa sentire un po' solo (e a me la solitudine proprio non piace) e perché può aiutare anche chi non ce l'ha a non prendersela (questo me l'ha detto la dottoressa, eh). Allora buona lettura, Giovanni." 

Grazie mille per la bellissima risposta.
Speravo di incontrare qualche genitore, che come me, avesse adottato.
Mi rivolgerò sicuramente all'associazione che mi hai consigliato e leggerò il libro.
Grazie ancora di cuore.

Buongiorno, è passato un po' di tempo da quando ho scritto l'ultima volta.
Sono più serena perché ho trovato un ottimo centro di infettologia pediatrica che ha dato risposto ai miei dubbi e in cui ho capito che non siamo i soli genitori ad affrontare questa situazione. Inoltre mio figlio ha il sostegno di una psicologa che lo sta aiutando a prendere coscienza della sua condizione, con le modalità più idonee alla sua età.

Ottimo, mi fa molto piacere.