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Il doppio lato della medaglia
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11/05/2024 17:58 #1
da Polifemo
Il doppio lato della medaglia è stato creato da Polifemo
La scienza ha fatto miracoli nella cura dell'hiv tanto che la differenza tra persone sieronegative che seguono regolarmente la terapia e sieropositive è minima o nulla, e risiede nello "stigma".
E questo è un miracolo.
Ma c'è un.però.
La maggior parte dei sieropositivi in cura è stata contagiata ma "sana" proprio grazie ai miracoli della medicina.
Questo ha fatto si però che se un hiv+ che non sa di esserlo e non accusa particolari problemi si ritrova (salvo una botta di fortuna) non essendosi fatto il test dopo 8-12 anni in AIDS.
La fase AIDS provova, come risaputo, la comparsa di particolari e anomale neoplasie e infezioni opportunistiche.
Chi ha passato gli anni '80 forse si ricorda le immagini spesso impressionanti sia dall'Africa che dall'Europa ecc di persone oramai in AIDS.
Cosa che purtroppo mi sembra manchi quasi del tutto ai giovani medici laureandi o freschi di Università.
Questo è dovuto è un fatto POSITIVO perche mostra concretamente che le terapie funzionano.
I sieropositivi che contraggono il retrovirus non sviluppano più (nella maggioranza dei casi) l'AIDS e possono fare una vita normale.
Però se si imbattono in un sieropositivo la mia imprrssione è che siano del tutyo impreparati a riconoscere una neoplasia da hiv o un'infezione opportunistica sempre da hiv o lo fanno in ritardo spesso con nefaste conseguenze.
E questo è un miracolo.
Ma c'è un.però.
La maggior parte dei sieropositivi in cura è stata contagiata ma "sana" proprio grazie ai miracoli della medicina.
Questo ha fatto si però che se un hiv+ che non sa di esserlo e non accusa particolari problemi si ritrova (salvo una botta di fortuna) non essendosi fatto il test dopo 8-12 anni in AIDS.
La fase AIDS provova, come risaputo, la comparsa di particolari e anomale neoplasie e infezioni opportunistiche.
Chi ha passato gli anni '80 forse si ricorda le immagini spesso impressionanti sia dall'Africa che dall'Europa ecc di persone oramai in AIDS.
Cosa che purtroppo mi sembra manchi quasi del tutto ai giovani medici laureandi o freschi di Università.
Questo è dovuto è un fatto POSITIVO perche mostra concretamente che le terapie funzionano.
I sieropositivi che contraggono il retrovirus non sviluppano più (nella maggioranza dei casi) l'AIDS e possono fare una vita normale.
Però se si imbattono in un sieropositivo la mia imprrssione è che siano del tutyo impreparati a riconoscere una neoplasia da hiv o un'infezione opportunistica sempre da hiv o lo fanno in ritardo spesso con nefaste conseguenze.
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11/05/2024 18:13 #2
da Polifemo
Risposta da Polifemo al topic Il doppio lato della medaglia
Intendevo "se si battono in un paziente hiv in fase AIDS.
Lo dico dopo una esperienza personale avuta con un giovane dottore.
Tralascio di spiegare la mia storia per non essere pesante e chè è in continua evoluzione (negativa) chi fosse interessato può farmi delle domande.
Riporto solo un dialogo con un medico tra l'altro vicino all'infettivologia.
Io: "Ma mi scusi...ma ha mai visto o visitato un hiv+?"
Il giovane medico cordiale e gentile: " ma certo...anche più di uno".
Io: "e un paziente hiv+ in fase AIDS?"
Il.giovane medico ha cominciato a sudare farfugliando come se lo avessi preso a spalle scoperte rispondendo: " ehm...sì...uuuuu...ehm...forse...beh...sì...uno mi pare (detto quasi sottovoce"...
Io: " Ok grazie..."
Era evidente che non ne aveva visto nessuno.
Se si trova un hiv+ in fase di AIDS con qualche patologia correlata "particolare" sarà capace di diagnosticarla? Non credo...
Lo dico dopo una esperienza personale avuta con un giovane dottore.
Tralascio di spiegare la mia storia per non essere pesante e chè è in continua evoluzione (negativa) chi fosse interessato può farmi delle domande.
Riporto solo un dialogo con un medico tra l'altro vicino all'infettivologia.
Io: "Ma mi scusi...ma ha mai visto o visitato un hiv+?"
Il giovane medico cordiale e gentile: " ma certo...anche più di uno".
Io: "e un paziente hiv+ in fase AIDS?"
Il.giovane medico ha cominciato a sudare farfugliando come se lo avessi preso a spalle scoperte rispondendo: " ehm...sì...uuuuu...ehm...forse...beh...sì...uno mi pare (detto quasi sottovoce"...
Io: " Ok grazie..."
Era evidente che non ne aveva visto nessuno.
Se si trova un hiv+ in fase di AIDS con qualche patologia correlata "particolare" sarà capace di diagnosticarla? Non credo...
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11/05/2024 18:40 #3
da VERO
Risposta da VERO al topic Il doppio lato della medaglia
Per quello quando si hanno dei dubbi sul proprio trascorso sessuale , conviene fare il test hiv , senza tergiversare , se preso in tempo e' perfettamente curabile.
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11/05/2024 18:52 #4
da Polifemo
Risposta da Polifemo al topic Il doppio lato della medaglia
Lo stesso dottore mi disse una cosa giustissima ed emblematica: "la maggior parte dei pazienti positivi non ha sviluppato l'AIDS, questo dimostra gli enormi sforzi compiuti dalla sciena".
Condivido.
Ma quando gli ho detto della possibilità che i miei occhi di avere poplipo virus associato ad hiv...lui continuava a mostrarmi foto di pazienti in fase pediatrica...a spiegarmi com è fatto il polipo virus..." ha un'ombelicatura interna...non prende le palpebre..." praticamente mi spiegava come si manifesta il polipo virus in soggetti sani.
E mentre mi mostrava le foto neppure si era accorto che tra di esse c'erano quelle di immunodepressi con HIV in cui si notavano le mostrose divergenze con l'inzezione da mollusco contagioso nei soggetti sani, tra ascessi, forme cistiformi simili a neoplasie, bolle violacee...e sopratutto tutte sulle palpebre.
Pazienti in AIDS con mollusco contagioso negli occhi non ne aveva ovviamente mai visti.
Come puo farne la diagniosi?
Condivido.
Ma quando gli ho detto della possibilità che i miei occhi di avere poplipo virus associato ad hiv...lui continuava a mostrarmi foto di pazienti in fase pediatrica...a spiegarmi com è fatto il polipo virus..." ha un'ombelicatura interna...non prende le palpebre..." praticamente mi spiegava come si manifesta il polipo virus in soggetti sani.
E mentre mi mostrava le foto neppure si era accorto che tra di esse c'erano quelle di immunodepressi con HIV in cui si notavano le mostrose divergenze con l'inzezione da mollusco contagioso nei soggetti sani, tra ascessi, forme cistiformi simili a neoplasie, bolle violacee...e sopratutto tutte sulle palpebre.
Pazienti in AIDS con mollusco contagioso negli occhi non ne aveva ovviamente mai visti.
Come puo farne la diagniosi?
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11/05/2024 19:01 #5
da Polifemo
Risposta da Polifemo al topic Il doppio lato della medaglia
Certo VERO...concordo...ma purtroppo alcune persone dicono di "non avere nessun motivo di fare il test" anzi si arrabbiano ...la prendono come offesa...
C'è su YT un bellissimo servizio di PresaDiretta sull'HIV in cui spiegano molte cose su questa malattia.
È del 2019 poco prima dell'arrivo del Covid.
A parlare i nomi che poi lo stesso Covid tramite le loro consulenze mediatiche diventeranno famosi... famosi...
C'è su YT un bellissimo servizio di PresaDiretta sull'HIV in cui spiegano molte cose su questa malattia.
È del 2019 poco prima dell'arrivo del Covid.
A parlare i nomi che poi lo stesso Covid tramite le loro consulenze mediatiche diventeranno famosi... famosi...
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