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nasconde la sua sieropositività per cinque anni
- Vincenza
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Sono stata in coppia per cinque anni con il mio compagno sieropositivo da oltre vent'anni e non lo sapevo, lo ha taciuto e forse neanche me lo avrebbe mai detto, se non fosse stato per un gravissimo incidente stradale, che ha portato fuori tantissime verità.
Mi spiego. Il mio compagno a seguito dell'incidente entra in coma, poi ci dicono che la situazione è preoccupante. Resto vicino a lui con il terrore che potesse morire e me ne prendo cura, nonostante le invadenze della sua ex moglie. Passo intere giornate in terapia intensiva, al suo fianco. Lentamente esce dal coma , ma non è in grado ancora di parlare.....e proprio in questa frangente, che i medici dell'ospedale, si accorsero che io ignoravo la sua malattia e chiedono alla famiglia di mettermi al corrente dello stato di sieropositività. Quando i medici dell'ospedale mi danno la conferma aggiungono anche che considerando gli anni di relazione e il non uso di preservativo, al 90% avevo contratto il virus. Sono rimasta scioccata e andai in pezzi. L'uomo che diceva di amarmi, con molta probabilità mi aveva ammalato. I medici mi dissero di fare il test e che comunque stavano aspettando i risultati della viremia.La sorella accenno qualcosa in merito alla terapia, ma io avevo perso ogni aderenza con la realtà.
In seguito gli stessi medici non mi diedero più notizie e alle mie richiesta ripetevano che dovevo fare il test. E lo feci dopo una settimana , era negativo, ma la tensione era talmente alta che ancora oggi non ne vengo fuori.
Quando riprese coscienza, si faceva forte del fatto che era terapizzato e che io non avevo corso nessun rischio, ma che se fossi risultata positiva al test, sarebbe stato a causa della mia relazione precedente e che lui controllava costantemente la sua viremia di nascosto da me.
Non ci furono parole di scuse ma anzi, accuse di violazione della sua privacy, nel caso ne avessi parlato.
Poi col tempo voleva riavvicinarsi a me, disse aveva mentito per paura di non essere accettato, aveva voluto la relazione ed era certo del fatto che se io avessi saputo la verità lo avrei lasciato.
Ora oltre al rischio di contagio, che pare non ci sia stato, vorrei porre l'attenzione ad altri rischi: tacere, mentire ed omettere la verità, in coppia, specialmente quando si stà costruendo qualcosa è rischioso per altri motivi. Si perde completamente la fiducia, ci si sente quasi violentati a non aver potuto avere la possibilità di scegliere . Ma il rischio più grosso lo corsi in ospedale, perchè nel momento della scoperta, avrei anche potuto fargli del male, sfiorai la pazzia.
Poi ho separato due aspetti, essere disonesti credo sia legato agli aspetti della personalità a prescindere dalla malattia.Spero che questa mia esperienza sia di aiuto a chi vive o a vissuto una situazione simile. La malattia può non essere il problema, ma è come viene affrontata.
Vincenza
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In ultimo, se lui aveva il diritto di nasconderlo anche a me, compagna da cinque anni, com'è che i medici hanno ritenuto indispensabile che io non solo sapessi, ma che facessi il test perchè il pericolo del contagio era altissimo? Grazie
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- Raid81
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Quanto a tutta la tua storia comprendo pienamente il tuo stato d'animo (o quanto meno ci provo); dopo tutto quello che ti ha ferito veramente nel profondo è l'essere stata intellettualmente tradita. Ti ha nascosto la verità, brutta e scomoda, ma solo chi ci convive quotidianamente sa quanto realmente brutto possa essere....non tanto la malattia in se, ma la convivenza con altri. Io sono del parere che in un relazione la fiducia e la schiettezza sono alla base di tutto, ma non condannarlo ma prova ad immedesimarti in lui...tutte le paure ed angosce che lo potevano affliggere. Quando avrai voglia, più in là, prova a parlargli serenamente...di certo ti aiuterà a capire molte più cose.
Buona fortuna per tutto.
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Poi chiaramente ogni caso è un caso a se..... a me comunque non me lo avrebbe mai detto. Se leggi il mio primo post, sono stati i medici ad informarmi ? rimango con il dubbio, se avevo o no il diritto di sapere.
Comunque sappi che fare il test, con la paura di essere stata infettata dalla persona che dice di amarti e che per di più in coma al momento della "rivelazione" e qualcosa che ti strappa il cuore. Dopo un anno posso asserire che nel mio caso non me l'ho a detto per convenienza, egoismo. Ha mentito su molte altre cose......quindi che dire. A ognuno la sua scelta, chiaro però che ci sono delle conseguenze per tutto. Saluti
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- Vincenza
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Credo che se almeno qualche tempo dopo, almeno quando lui decise di fare a meno del preservativo, e forse era quello il momento giusto per confrontarsi, si fosse confidato e mi avesse chiaramente informato della sua malattia, non solo non lo avrei lasciato, ma avrei sicuramente apprezzato l'onesta e la fiducia. Costruire un rapporto duraturo presuppone dei valori, almeno per me abbastanza concreti.
Se poi invece lei asserisce di vivere le relazioni e aspettare che finiscono , mi rendo conto che l'investimento nel rapporto è molto basso. e allora si non vale la pena confidarsi. Ma si tratta di due situazioni differenti.
Credo sia doveroso la mia precisazione.
Al contrario di lei, essendo la parte ferita dalla disonesta del mio ex, invito invece alla sincerità, se almeno si vuole costruire qualcosa di duraturo.
La ringrazio
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